La SS. Annunziata di Firenze 

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Un pagamento allo scultore fra Giovanni Angelo Montorsoli

 

Tra le briciole di storia che andiamo raccogliendo con cura, questo mese presentiamo una notizia, in parte già edita, a proposito del nostro frate dell’Annunziata, lo scultore Giovannangelo Montorsoli († 1563).

La notizia è riportata nella rivista Studi Storici osm, e appartiene ad un registretto del p. Provinciale di Toscana ora nell’Archivio generale dell’Ordine, contenente alcune spese sostenute per il padre Reverendissimo Generale dal 1536 al 1542, a favore di fra Giovanni Agnolo da Fiorenza per haver fatto la sepoltura del Generale Angelo d’Arezzo. Si legge al foglio 57r:

A fra Giovanni d’Angnolo da Fiorenza per haver fatto la sepultura del generale d’Angnolo detti scudi cinque d’oro, qual somma lire trenta sette. E al detto [fra Giovanni] detti per la via di Prato lire venti nove e cinque soldi.

È chiaro che è la parola via a interessarci, in quanto la sepoltura del generale Agnolo è ben conosciuta dalla storia dell’arte (vedi in S. Pier Piccolo di Arezzo) e il ricordo del registro serve solo ad indicare la data (1536-1542) di quest’opera con maggior precisione.

Il secondo pagamento ha le stesse caratteristiche del primo: è un pagamento allo stesso Montorsoli per un’opera alla quale qui cerchiamo di dare un volto. Ma un’opera dello scultore per la via di Prato che senso ha? è possibile accettare questa versione? Può essere la via di Prato la sintesi di una qualche realtà civica o religiosa come p. es. l’abbreviazione di Via Crucis? Allora rileggendo il testo nell’originale, devo concludere che la soluzione dell’interrogativo si trova ... nella grafia del testo stesso ... Teniamo però intanto presente che si tratta di un pagamento fatto ad uno scultore, per due opere che evidentemente erano collegate all’ambiente dell’Ordine dei Servi e quindi alla SS. Annunziata, alla quale il convento di Prato era strettamente legato. Ho cercato nella storia dei ricordi affidati ai registri dell’Annunziata se fosse possibile trovare un appiglio logico pensando alla realtà di contatti tra lo scultore e i due conventi, ma non ho avuto la fortuna di un qualsiasi richiamo. Ho cercato quindi di avere una risposta nel campo delle ipotesi: con la via di Prato lo scrittore voleva indicare la Via Crucis? è un’ipotesi: a Prato in quegli anni si stava lavorando alla chiesa dei Servi e al suo adornamento ... e qui proprio all’Annunziata esiste un bassorilievo in marmo del Montorsoli, che rappresenta la Crocifissione, cioè la XIV stazione della Via Crucis. Ma non possiamo accettare l’ipotesi che per indicare questo pio esercizio iconograficamente, nel secolo XVI bastasse indicare la sola XIV stazione. Altre spiegazioni non mi hanno convinto e quindi sono tornato a rileggere il pagamento fatto al Montorsoli: E ... detti per la via di Prato: ed è venuto fuori che la via di Prato potrebbe essere l’arme di Prato, cioè lo stemma di Prato che insieme al monumento funebre di fra Angelo d’Arezzo, lo scultore aveva scolpito e per esso veniva pagato lire 29 e cinque. A questo punto l’indagine dovrebbe ampliarsi, ma non mi sembra che il nostro Bollettino sia la sede adatta: quanto ho scritto però basta a mettere insieme la briciola sufficiente a continuare la nostra rubrica con interesse.

Il monumento al p. Generale dei Servi fra Angelo d’Arezzo fu un’iniziativa di gratitudine da parte di fra Dionisio Laurerio, allora Generale dei Servi e Cardinale (1535) e opera ben conosciuta, come abbiamo detto sopra. L’autore è un frate dell’Annunziata, scultore e collaboratore di Michelangelo Buonarroti in più occasioni. E basterebbe questa amicizia e dipendenza artistica da Michelangelo per rendere interessante questa rubrica.

 

p. Eugenio M. Casalini, osm