Il vecchio “santino” di una ordinazione sacerdotale del 18 dicembre 1943
stampato a cura del Seminario Maggiore di Firenze, riporta queste belle
parole:
“Benedici, o Signore
la giovinezza che Tu rendi lieta
e che si inoltra fidente
nelle Tue vie,
attraverso i miracoli
dei Tuoi misteri”.
Interpreta il salmo 42 dal quale discende anche l’antifona della vecchia
messa in latino:
Introíbo ad altáre DeiMi accosterò all'altare di Dio.
Ad Deum qui laetíficat iuventútem meam – A Dio che allieta la mia gio-
vinezza.
La “giovinezza” di cui parla naturalmente è una categoria dello spirito.
Nel salmo 102 è paragonata all’anima rivolta al Signore e ad un animale
meraviglioso, l’aquila che, attraverso, il pensiero rivolto all’Amore Benefi-
co ritorna a volare in alto:
... Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Dei giovani invece si occupò fattivamente il santo Padre dei Servi di Ma-
Un po’ di cristiana Giovinezza
ria Filippo Benizi, il quale a Montesenario nel 1254, davanti alla croce di
pietra, fece aspra penitenza.
Qui –riportano gli Annali – con somme lacrime che scaturivano dal pet-
to, deplorò la sua giovinezza. Battendosi con forti colpi al petto implorò
Dio di essergli favorevole con queste parole: I delitti della mia gioventù e
le mie inesperienze non ricordare, o Signore (cfr. salmo 25).
Pregò anche per i crimini e i peccati del popolo, recitò i suffragi per i
defunti, fece le orazioni delle ore divine e digiunò per la lunga Quaresima
con il cibo di sole erbe e radici che il bosco gli forniva ... (1).
Come conseguenza del rimpianto sugli anni dissipati, propose che nel
capitolo dei frati del 1259 a Montesenario, si facesse prudentemente opera
perché ad alendam huiscemodi adolescentium indolem in religioso timo-
re Dei coram patribus proposuisset – l’indole aleatoria dei giovani fosse
condotta al religioso timore di Dio.
Il capitolo recepì l’invito ed emanò disposizioni de adolescentibus reci-
piendis, probandis et ad professionem admittendis in posterum obser-
vanda decernere – per decretare sulle cose da osservare in futuro riguar-
do ai giovani da ricevere, ai probandi e a quelli da ammettere alla profes-
sione.
Le norme riguardarono soprattutto il lavoro del maestro dei giovani, da
riassumersi nel punto primo:
1 - Il maestro insegni loro diligentemente le cose dell’Ordine, e quando
in chiesa e dovunque si comportano con negligenza, abbia lo zelo di emen-
darli nella parola e nella figura (per quanto può) ...
Seguono i decreti sugli errori commessi e sulla penitenza, sull’umiltà del
cuore e del corpo secondo le parole di Gesù (Discite a me, quia miti sum, et
humilis corde – Imparate da me che sono mite e umile di cuore, Mt 11, 29),
sull’obbedienza, sul modo di confidarsi e di non nascondere i pensieri per-
versi (pravi), sul comportamento nei luoghi pubblici e privati e sulle rela-
zioni con gli altri ... (2).
Non solo San Filippo e l’Ordine dei Servi di Maria: in generale, nei tempi
di maggiore spiritualità, i conventi ebbero cura dell’educazione della
gioventù loro affidata.
Per fare un esempio, il monastero benedettino di Wessobrunn in Bave-
ria è ricordato grazie all’opera dell’abate Gregorio insegnante della scuola
(+ 1589). Così testimoniò nel 1580 il successore Michele Villicus di Gien-
gen nel piccolo ritratto della gloria letteraria del suo convento Aurea qua-
edam de moribus praecepta, ex Isocratis ad Demonicum oratione pro
iuventute – Un poco di regole morali d’oro tratte dall’orazione per la gio-
ventù da Isocrate a Demonico [Isocrate fu un educatore ateniese + 338
a.C.].
Villicus cantò l’abate Gregorio con questi versi:
Fac saltem foveas artes, quibus itu in altum,
Et placeant Musae turba sacrata jovis.
Nec desunt vates juvenilia corda regentes
Artibus ingenuis, moribus atque bonis
Si fons Wessonis fama super aethera notus,
qua nunc excellit laude, perennis erit.
Realizza con perizia i pozzi nei quali fai il viaggio in pro-
fondità
E le Muse siano gradite alla turba consacrata del Cielo
I reggenti sacerdoti non manchino di rivolgersi ai cuori
dei giovani
con le arti liberali, nei costumi e con gli averi.
Se la fonte di Wesson* è nota al cielo,
come ora eccelle nella gloria, durerà per sempre (3).
(1) Annales 72, 1254 ... Ibi ante lapideam crucem, quae adhuc in saxo
perseverat, frequentibus vespribus lacerare corpus usque ad sanguinem
assuesceret. Ibi saepe super nudam cubare petram. Ibi summis lachrymis ex
praecordiis praeteritam deplorare adolescentiam. Ibi crebris pectoris tunsionibus
Deum sibi propitium verbis illis implorare: Delicta Iuventutis meae et
ignorantias meas ne memineris Domine [Psalmus 24]. Ibi pro delictis, et peccatis
populi orare. Ibi suffragia pro defunctis recitare. Ibi divinas horas persolvere.
Ibi longas Quadragesimas solo herbarum, radicumque cibo, quem nemus illud
suppeditasset, contentusjejunare...
(2) Annales 81, 1259 ... I. Novitiis diligenter praeficiatur Magister, qui eos de
Ordine doceat, et in Ecclesia, et ubicumque se negligenter habuerint, verbo, vel
signo (quantum poterit) studeat emendare ...
(3) Sebastian Günthner, Geschichte der litterarischen Anstalten in Baiern,
Volume 2, p. 139
* in tedesco brunn significa fonte, sorgente, pozzo.
Paola Ircani Menichini, 21 marzo 2020. Tutti i diritti riservati.