2021




Le fotografie:

– la mano con il sasso proviene dal sito “Il sasso nella mano e il dito nella sabbia” di Maddalena Negri, 2012.
– particolare della pergamena del 23 maggio 1321.
– Gli iracondi nel V cerchio dell’Inferno.
– la chiesa di San Lorenzo nel Codice Rustici (da Wikipedia).




Articoli recenti su Firenze


Articoli del 2020

Articoli del 2019


IL SANTUARIO

Apertura della basilica.
Giorni feriali e festivi ore 7,30 - 12,30; ore 16 - 18,30; inoltre nei festivi ore 20,45 - 21,45
SS. Messe. Feriali: ore 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 18 Festive: ore 7 - 8,30 - 10 - 11,30 - 13 - 18 - 21
Orario confessioni ore 8 - 12,30 ore 16,30 - 18,30


Indirizzo postale
Convento della SS. Annunziata - via Cesare Battisti, 6 - 50122 Firenze (FI)
tel. 055 266181 (centralino) fax 055 2661894


LA STORIA ...... qui


LA PIAZZA ...... qui


L’INTERNO DELLA CHIESA ...... qui


LA CAPPELLA DELLA MADONNA ...... qui


IL CHIOSTRO GRANDE ...... qui


LA PARROCCHIA (la storia) ...... qui


LIBRI E PUBBLICAZIONI ...... qui


LA NOVENA ...... qui


LE BELLE PREGHIERE ...... qui


ALCUNI ARTICOLI ...... qui


IMMAGINI DI MARIA ...... qui


MUSICA ALL'ANNUNZIATA ...... qui


MONTESENARIO ...... qui




'Quivi non è arte di pennelli, onde sia stato fatto il volto della Vergine, ma è cosa divina veramente'
(Michelangelo Buonarroti).




L'immagine della SS. Annunziata il cui Volto fu dipinto dall'Angelo nel 1252 secondo la tradizione.


Feste di Maria
S. Madre di Dio 1 gennaio
Sposalizio di Maria 26 gennaio
Presentazione del Signore, già Purificazione di Maria 2 febbraio
Lourdes 11 febbraio
Maria alla Croce venerdì di Passione
Annunciazione 25 marzo
Maria dei Lavoratori 27 marzo
Maria di Bonaria 24 aprile
Beata Vergine della Ghiara, Reggio Emilia 29 aprile
Maria Mediatrice 8 maggio
Fatima 13 maggio
Maria di Montenero 15 maggio
Maria Ausliliatrice 24 maggio
Visita a Elisabetta 31 maggio
Consolata di Torino 20 giugno
Medjugorie 25 giugno
Madonna del Sasso 2 luglio
Maria del Carmelo 16 luglio
SS. Gioacchino e Anna 26 luglio
S. Maria del Grappa 4 agosto
S. Maria della Neve 5 agosto
Assunzione 15 agosto
Maria Regina 22 agosto
Czestochowa 26 agosto
Natività di Maria 8 settembre
S. Nome di Maria 12 settembre
Maria Addolorata 15 settembre
Maria Mercede 24 settembre
Maria del Rosario 7 ottobre
Presentazione di Maria 21 novembre
Immacolata Concezione 8 dicembre
Maria di Loreto 10 dicembre
Maria di Guadalupe 12 dicembre




Mantengo questo sito web per una promessa fatta a p. Eugenio M. Casalini († 2011 – il suo profilo). In sua memoria scriverò di religione, di storia, di letteratura con riferimento alla Madonna e alla SS. Annunziata secondo la tradizione cattolica. Che il caro padre possa pregare per il Santuario e per la mia intenzione, dovunque si trovi.
Il sito non ha nessuna relazione con la Comunità attuale che risiede in convento. Chi desidera contattarla, può farlo tramite i modi da essa indicati.


Mail della curatrice
Paola Ircani Menichini ha un suo sito personale ...... qui




L'IRA DI UN TAVERNIERE
nella Firenze dei tempi di Dante


Il 17 gennaio 1321 il nobile e potente cavaliere vicario regio della città, comitato e distretto di Firenze, Paolo del fu Guido Baglioni da Perugia, promulgò, al banco del palazzo del Comune, “tribunale sedente”, una condanna particolare.
Si trattava di un “delitto” perpetrato qualche settimana prima, al tempo del vicario predecessore Giovanni di Brodario da Sassoferrato. Dotto di Ghisello taverniere del popolo di San Lorenzo aveva assalito dominus Segna della stessa parrocchia e usato delle pietre. Lanciandone una aveva colpito per errore Ripa, moglie di Caccino di Dino, ferendola nella guancia destra cum sanguinis effusionis.
L’uomo inquisito dapprima aveva negato, ma era stato denunziato da Pacino Luti, Bini Cenni e Simone Cecchini cappellani della parrocchia di san Lorenzo. Era stato quindi condannato alla sanzione di quattrocento lire più cento soldi per il diniego delle sue responsabilità e ora si trovava nel carcere del Comune detto volgarmente Stinche.
La sentenza fu letta, data e confermata da ser Giovanni Corradi di Macerata, alla presenza dei testimoni ser Lorenzo di ser Cione notaio della camera del Comune, un certo “Henendo” di Iacobo (se leggiamo bene), Lippo di Geri e altri.
Così riporta una pergamena in cattive condizioni scritta dal notaio Angelo del fu maestro Francesco Nuti medico di Firenze.



Fin qui nulla di eccezionale. Di certo i cittadini della Firenze dei tempi di Dante non erano immuni dall’ira e dalle sue disastrose conseguenze. Il motivo delle sassate tirate da Dotto sarà stato uno dei tanti che similmente arricchiscono le nostre cronache giudiziarie. Va detto come attenuante che quegli anni non erano dei più quieti per Firenze perché il carico sull’anima dei suoi cittadini era appesantito dall’ennesima guerra, questa volta condotta contro da Castruccio Antelminelli.
Nell’autunno-inverno 1320 il signore di Lucca aveva tormentato Pistoia e il suo contado tanto da ottenere dei vantaggi. Firenze aveva reagito inviando una spedizione nel Montalbano comandata dal vicario regio Giovanni da Sassoferrato. L’impresa aveva avuto successo.



In ogni modo la vicenda di Dotto poteva finire solo con la condanna ma, per una ragione che settecento anni dopo non è possibile approfondire di più, ebbe un seguito. Il 23 maggio 1321 Bonafede di Geri del popolo di San Michele Visdomini procuratore (= avvocato) di Dotto – nominato tale con atto rogato da ser Filippo Contucini di Pupigliano –, in nome del suo cliente da una parte e di Segna e di Ripa, con consenso del marito Caccino, dall’altra parte, promosse la “perpetua e vera” pace e concordia tra i litiganti. Sulla carta furono scritte le manifestazioni di buona volontà di tutti e dei singoli per far dimenticare le percosse, la malevolenza e qualsiasi eccesso e delitto commessi.
A maggio ovviamente il taverniere stava sempre nelle Stinche e non partecipò alla pace. Furono però presenti i testimoni Cennino di Dino del popolo di San Lorenzo, Sandro di Geri del popolo di San Michele Visdomini, Arrigo di Gucetto del popolo di Santa Reparata e Gano di Dino; il notaio rogatore fu Giovanni Ciai “de Puliciano”.

Il fine di tale pace (forse) può essere chiarito da una terza carta del 22 giugno 1321, quando fu convocato il Consiglio speciale del Capitano e del Popolo fiorentino nel palazzo dei Priori delle Arti e del Vessillifero di Giustizia per deliberare l’oblazione ovvero il rilascio di alcuni carcerati infermi per le feste patronali di San Giovanni Battista. Trentaquattro consiglieri visionarono le informazioni su 25 di loro e votarono a scrutino segreto con le fave nere e bianche.
I detenuti il giorno dopo sarebbero stati condotti alla chiesa di San Giovanni Battista e qui, presso l’altare, in omaggio al patrono, offerti e liberati a nome del Comune di Firenze, tramite frate Bonavita converso del monastero di San Salvatore a Settimo e camarlingo della Camera delle Armi del palazzo.
I due rilasciati furono un certo Arrigo di Ricco detto Caticella o Catticella di San Lorenzo e Dotto di Ghisello. L’atto, che ripete il motivo della condanna di quest’ultimo, fu rogato in palazzo alla presenza di Loyno di Nardo e Nicoluccio di Tigo di Monte Alcino; notaio per il Comune fu Fulco di ser Antonio.

Una quarta pergamena riporta il lieto fine della storia. Ha la data di martedì 23 giugno 1321, vigilia della festa patronale e ricorda come il vicario Baglioni e frate Bonavita celebrassero l’oblazione prevista.
Testimoni furono frate Compagno converso di San Salvatore a Settimo, prete Giovanni cappellano della chiesa di San Giovanni Battista, ser Francesco Nuti di Assisi notaio del Baglioni, ser Neri di Andrea Nuti di Poggibonsi, Ciato di Gherardo del popolo di San Lorenzo e Lapo di Niccola del popolo di San Pier Maggiore. Rogò l’oblazione il notaio deputato ser Maffeo di Lapo di Raineri di Firenze e la pergamena ser Neri di Andrea vocato Clavazza di Poggibonsi.

Che dire di più? Solo una nota sull’autorevole Giovanni da Sassoferrato. Il padre Brodario nel 1296 era stato podestà del Comune di Lucca Memorie e documenti, vol. II), nel 1300 podestà di Parma e poi di Firenze, dove, gli ultimi giorni di settembre, assieme al capitano Gherardo degli Opizoni da Tortona, aveva subito la pesante scomunica del cardinale Matteo d’Acquasparta favorevole ai Neri (Davidsohn). Aveva poi lasciato la città e nel 1301 ottenuto l’incarico di Capitano del popolo a Perugia e nel 1306 di quello di Camerino (La Cronaca anni 1300-1325).
Giovanni da parte sua fu podestà di Bologna nel luglio-dicembre 1313 e vicario regio di Firenze nel 1320, come già detto. Di carattere superbo e iracondo, Giovanni, nel gennaio 1326, a Siena, prese come un affronto personale il fatto che due suoi uomini armati fossero stati arrestati dal nuovo podestà Cecchino Manfredi da Faenza. Provocò quindi uno scontro, fu sconfitto, arrestato e rilasciato dietro il pagamento di una forte ammenda. A fine mese, transitando nel Chianti, fu assalito e trucidato da un Tolomei senese suo nemico. L’accompagnava Paolo Baglioni che fu solo ferito.

Paola Ircani Menichini, 9 gennaio 2021
Tutti i diritti riservati