2021



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Le fotografie

– Frontespizio dell’Uffizio della beata Vergine Maria “per uso delle Compagnie dei secolari”, con sopra la stampa della SS. Annunziata di Firenze.

– Lo stendardo processionale di una compagnia, da Beweb;

– La preziosa sopracoperta di un libro della Compagnia della Carità, da Beweb.

– Una placchetta del XVIII secolo appartenente a una Compagnia fiorentina.
Rappresenta una bella immagine della Madonna con il Bambino che tiene una piccola croce in mano e sorride amabilmente a ricordare la sua Resurrezione;

– Pittura murale dello stemma di una compagnia del SS. Sacramento;

– La pagina iniziale del quaderno del padre Simeone Ridolfi dove si inizia ad elencare le Compagnie;

– Lo stemma dei Servi di Maria nella pagina;

p. Simeone al secolo si chiamava Clemente.
Nacque a Firenze nel 1624 e fu ordinato sacerdote nel 1648.
Ricoprì l’incarico di sagrestano della cappella della Madonna dal 1670 al 1675; morì nel suo convento fiorentino nel 1694.


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COMPAGNIE DEL CONTADO
in visita alla SS. Annunziata


Nel 1997 scrivevo un articolo sulle Compagnie che secoli prima, a primavera, si recavano alla devozione alla SS. Annunziata e portavano un omaggio all’altare della Madonna.
Nel 2021 presento un elenco trovato in un quaderno del sagrestano fra Simeone Ridolfi († 1694).

LE COMPAGNIE RELIGIOSE DEL CONTADO FIORENTINO (1997)

Nel composito mondo della devozione nel Santuario della SS. Annunziata ebbero posto anche i pellegrinaggi delle Compagnie laicali dei paesi nei dintorni di Firenze. Queste erano associazioni di uomini e donne che facevano capo alla chiesa parrocchiale e al Comune del luogo, con propri statuti o capitoli. Vestivano una cappa nera, grigia, rossa o di altro colore e si riunivano per la recita comune delle preghiere e del Rosario e per eleggere i loro «ufficiali» (governatori, camarlingo o amministratore, consiglieri). Facevano anche assistenza agli infermi associati; se morti, ne preparavano la veglia, il funerale, accompagnavano il corpo alla sepoltura, o nei centri dove era la sua parrocchia. In generale nelle settimane tra Pasqua e Pentecoste organizzavano un pellegrinaggio ai Santuari e in particolar modo alla SS. Annunziata. Qui visitavano la Sacra Immagine, prendevano la messa, lasciavano al «custode della Madonna», il religioso addetto, un'offerta in cera, in denaro o in olio per le lampade.


Tali associazioni dei paesi non sono venute mai meno, se non quando questi piccoli centri si sono spopolati. Oggi hanno nomi diversi: si chiamano Misericordie (per il trasporto e il funerale dei malati), Caritas, Centri di accoglienza e al di fuori dell’ambito religioso, circoli ARCI, Pubbliche Assistenze, eccetera. Ed anch’esse organizzano gite e pellegrinaggi con i parroci o i cappellani ai Santuari, se di ispirazione religiosa, a luoghi turistici, se associazioni laiche.

I registri dell'Archivio del Convento della SS. Annunziata ricordano molte delle Compagnie del contado in visita al Santuario.
Ne1 1623 furono:


Santo Stefano in Pane a Rifredi, la Badia di Fiesole, San Piero a Ema, S. Felice a Ema, la Natività di S. Piero a Careggi, S. Ilario a Colombaia, S. Andrea a Settimo, SS. Sacramento in S. Andrea a Mosciano, S. Stefano a Pozzolatico, S. Maria nella Pieve dell'Antella, S. Giuliano nella Pieve a Settimo, S. Maria del Ponte a Greve, S. Martino a Sesto, S. Piero a Quaracchi, S. Ilario a Settimo, S. Quirico a Legnaia, S. Agostino in S. Angelo a Legnaia, S. Piero a Brozzi, S. Iacopo a S. Donnino, S. Stefano a Ugnano, S. Maria a Peretola, la Madonna delle Laudi in S. Martino alla Palma, S. Michele a Castello, S. Martino a Gangalandi, S. Bastiano in S. Biagio a Petriolo, S. Maria a Novoli, la Concezione nella Pieve di S. Alessandro a Giogoli, S. Piero e S. Maria a Monticelli, S. Trinita, S. Andrea a Badia a Candeli, S. Croce nella pieve a Ripoli, S. Martino a Montughi, S. Bastiano a Pratolino ...
Le ritroviamo ricordate anche nel 1685 e in seguito, assieme ad altre.

La gente di paese fu sempre affezionata alle proprie Compagnie. Per questo fece loro donazioni post mortem e con il tempo conferì loro un patrimonio sul quale nel Settecento misero gli occhi sovrani e laici per dare sostanza alle casse dello Stato o alle proprie. Infatti nel 1785, al tempo del granduca Pietro Leopoldo, con il pretesto di restituire «purezza» alla religione, furono soppresse e incamerati i loro beni. Ne prese il posto una sola Compagnia detta della Carità con sede nelle parrocchie, senza patrimonio, che per forza di cose ebbe gli stessi associati. Nel 1792, forse per lenire il malcontento suscitato, vennero ripristinate, naturalmente senza più i beni che lo Stato aveva venduto. Rimase, nell’Archivio di Stato di Firenze, tale e quale, il fondo delle Compagnie soppresse in questo periodo, ed è fonte importante di studio sulla vita delle parrocchie e dei piccoli centri della Toscana.

Dopo il ripristino i pellegrinaggi al Santuario dell'Annunziata ripresero vita, salvo periodi particolari. Nel 1798, in piena «rivoluzione napoleonica» molte Compagnie non vennero, ma inviarono l’offerta; l'anno dopo, l’11 agosto, la Compagnia di S. Stefano in Pane a Rifredi e il suo provveditore Luigi Cioni portarono una lampada d'argento di 5 libbre forse per salvarla dai furti dei francesi. Nel 1801 il custode della Madonna annotava che le Compagnie non erano venute in pellegrinaggio perché non si erano volute esporre ad alcun inconveniente a causa delle milizie della Francia e solo il camarlingo di Santa Maria a Ricorboli aveva portato l'offerta; nel 1808 invece venne solo la Croce di Ripoli recando cera, mentre S. Stefano e Caterina di Pozzolatico mandò denaro. In seguito, fino al 1814, si interrompono le registrazioni del custode della cappella. Quindi le note del registro riprendono fino al 1866, anno della soppressione degli Ordini religiosi da parte dello Stato italiano.

Alcune curiosità. Nel 1857 una nota di fra Antonino Valori ci parla delle colazioni offerte ai parroci che accompagnarono i pellegrinaggi dal 19 aprile al 3l maggio; altre note non datate ma di circa questi anni ricordano i loro provveditori:

S. Angelo a Legnaia, Carlo Nuti; S. Felice a Ema, il proposto Vincenzo Luti; S. Gervasio, Carlo Chiari; S. Jacopo in Polverosa, Gaetano Ambuchi; S. Lorenzo al Ponte a Greve, Giuseppe Corsi; S. Lucia a Trespiano, Angiolo Lastrucci; S. Marco Vecchio, Antonio Serafini; S. Maria a Cintoia, Francesco Magherini; S. Maria a Pignone, il proposto Lorenzo Miniati; S. Maria a Ricorboli, Santi Binazzi; S. Michele a S. Salvi, Orlando Orlandini; S. Quirico a Legnaia, Aurelio Bettini; S. Piero a Monticelli, Pasquale Martelli ; S. Alessandro a Giogoli, il pievano Luigi Borghigiani; S. Maria a Greve a Scandicci, Luigi Ulivieri; S. Pietro a Ema, Flavio Cecchini; S. Stefano a Pozzolatico, Domenico Tolomei; S. Biagio a Petriolo, Luigi Mazzoni; S. Piero a Ripoli, il pievano Giovanni Vannucci; S. Piero a Varlungo, Giuseppe Bettini ...

Si segnala inoltre una interessante lettera del Vicario generale della cattedrale di Firenze del 1844 (vescovo Ferdinando Minucci), nella quale si dice:


“L'uso introdotto da alcune Parrocchie e Compagnie, che si portano processionalmente a visitare la miracolosa Immagine di Maria SS.ma ... di cantare laudi sacre in musica nel distretto della chiesa, oltre al recare gran disturbo ai Divini Uffici ed alle orazioni dei fedeli, cangia talvolta, per irreligiosità del popolo curioso che vi accorre, il Santo Tempio quasi in luogo di profano divertimento. È un dovere indispensabile porgere rimedio a tale inconveniente ... perché non sia permesso il canto predetto entro la Chiesa ...”.

La gente di campagna probabilmente cantava in chiesa ad alta voce in un latino storpiato. Non era certo colpa sua se non era istruita; ma non era nemmeno incoraggiante, anzi piuttosto rozzo, l'ambiente sociale della città nel 1844, se varia gente trovava risibili o fastidiose alcune devozioni che un secolo prima erano tollerate e sembravano essere ancora «normali» nei paesi. Che cosa dunque era cambiato dal Settecento? [...]


Taglio qui l’articolo del 1997 e i commenti su come all’epoca si reputasse i contadini. Avrei potuto aggiungere che sarebbe stata cosa giusta educare al rispetto i derisori e non impedire ai derisi di esprimere la devozione come meglio sapevano, ma sarebbe stata un’osservazione inappropriata su una società con tutt’altra e immodificabile storia ...

Trascrivo invece l’elenco di altre Compagnie e la destinazione di alcune loro offerte come appaiono nel quaderno del sagrestano della cappella padre Ridolfi. Siamo tra il marzo e il settembre del 1671 e del 1672. Giungendo molte compagnie in entrambi gli anni, riporto per comodità di lettura solo quelle del 1671, segnando con un * la comparsa successiva.

“Compagnie portorno cera, olio, denari

Marzo 1671, cominciorno a venire alla devozione come al Libro de’ Miracoli della SS. Nonziata a carta 33 faccia prima [stemma dei Servi], comincia detto Libro delle Compagnie venute a tale devozione dal dì 13 aprile 1645.

Compagnie: cioè S. Piero a Varlungo Lire 9.12.8 *
S. Felice a Ema Lire 7 *
S. Martino a Mensola Lire 7
S. Stefano in Pane Lire 7 *
S. Donato di Scozia Lire 4 *
[S. Maria a] Marignolle cera libbre 2 e mezzo *
S. Piero a Ema cera libbre 3 *
Madonna del Sasso miracolosa Lire 10.6.8
S. Maria del Crocifisso di Monteriolo olio barile 1 *
S. Stefano a Pozzolatico olio barile 1 *
S. Maria a Novoli Lire 4 *
S. Martino a Strada Lire 7 *
S. Croce a Ripoli Lire 4
S. Maria a Ricorboli Lire 6 *
[S. Maria] dell’Antella libbre 4 *
S. Andrea a Mosciano Lire 7*
S. Piero a Careggi Lire 4 *
S. Maria a Quinto Lire 4 *
S. Ilario a Colombaia Lire 6 *
S. Giovanni Battista Decollato a Sesto Lire 7 *
Pieve a Settimo Lire 7 *
S. Maria alla Rombola Lire 12*
| S. Maria a Greve Lire 6 *
S. Lorenzo a Ponte a Greve Lire 4 *
S. Michele a Castello Lire 7 *
S. Martino a Montu(gh)i Lire 5
S. Piero a Monticelli Lire 7 *
S. Piero a So(l)li(c)ciano libbre 4 e 1/2
SS. Trinità di Montebuoni barile 1 *
S. Maria Maddalena a Brozzi Lire 7
S. Quirico a Legnaia Lire 5.13.4 *
S. Martino alla Palma Lire 8*
S. Piero a Vaglia Lire 6
S. Maria a Peretola Lire 4 *
S. Bastiano a Petriolo Lire 4 *
S. Andrea a Cercina Lire 10 *
S. Alessandro a Giogoli Lire 10 *
S. Iacopo a S. Donnino Lire 4
S. Lucia a Sala Lire 4 *
S. Gervasio e Protasio olio barile 1 *
S. Salvi olio barile 2 *
Badia a Candeli olio barili 1/2 *
Pieve di Carmignano
S. Francesco di Carmignano.
| Sì che per terminarla brevemente, essendo tutta l’entrata di Compagnie venute quest’anno 1671 offersero Lire 210.12.8 libbre 14 barili 11 olio.

Si defalchino lire 14 per l’impannata della cappella de’ Cinque Santi, che riesce nell’organino, che furno Lire nove tra telaio e fattura, Lire sei a maestro Cesare, e tre altre Lire in quadroni, bullette, e nastro, che in una partita in questo sono Lire 9 a carte 6, e Lire due della pittura invetriata a detta cappella a carte 21 a Pier Giovanni Chermoncini pittore, e Lire tre per quattro spranghe, e 4 magliette per tenerala, come a carte 35 e più Lire sei per l’impannata di S. Niccolò come per ricevuta al detto libro grosso che è de’ Miracoli della SS. Nonziata, cominciando nell 1645, 13 aprile, che cominciono a venire le Compagnie; leggi fino a carte 36 faccia 2 vedrai riceuta di Lire sei del Serenati legnaiolo in Porta Rossa.
Adunqui se bene sono Lire 210. 12.8; cera libbre 14
Restano Lire 190.12.8; cera libbre 14; olio barili 11”.

Seguono le Compagnie del 1672, per lo più le stesse dell’anno prima, alle quali vanno aggiunte:

S. Andrea di Scozia candelotto
S. Piero a Ripoli Lire 5. 13.4
S. Romolo a Colombaia Lire 4
S. Agostino a Legnaia Lire 6
Bivigliano sotto il Monte Senario Lire 7
S. Martino a Montici Lire 5
S. Margherita a Montici libbre 4 candele. [...]


Uscita si defalchino le Lire venti otto di contro per otto fiori di seta Lire sedici e Lire dieci a maestro Giovanni Frascoli legnaiolo per la commodità de’ ceri e Lire due al magnano [fabbro] per un ferro e cinque annelli, dico Lire 28”.

Paola Ircani Menichini, 23 gennaio 2021.
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