La SS. Annunziata di Firenze 

home

 

Fanciulli e Servi di Maria

 

Il fanciullo ‘sciocco’. Nepios, in greco, indica il bambino e il fanciullo. Ma, al contrario delle parole TEKNON, PAIDION, PAIS ..., indica il fanciullo in quanto debole, minorenne e inesperto. In taluni casi il significato passa in secondo piano o scompare per lasciare il posto a quello di stolto e inesperto. Questo ha una spiegazione nel fatto che il pensiero greco si proponeva di trasmettere agli uomini la giusta conoscenza del mondo e di un modo di vita basato sulla ragione. Pertanto sferzava le persone superficiali e senza esperienza di vita, chiamandole nepioi, stolti. Le caratteristiche che si vogliono esprimere con nepios quindi sono la debolezza, la fragilità, la dipendenza del bambino di fronte agli adulti. Anche la persona semplice è nepios.

Nei Vangeli nepios è usato in Matteo 21, 16 quando i fanciulli gridano ‘osanna’ al Signore che risponde con una citazione: Per bocca dei fanciulli e lattanti hai fatto sì che ti si desse la lode? Sempre in Matteo 11,25 (e Luca 10,21) troviamo il famoso: Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli (nepiois).

 

Il bimbo che piange e S. Amadio. I danni della II guerra mondiale e un restauro poco felice hanno quasi cancellato le figure e le scene di una bella lunetta nel Chiostro Grande sopra l’entrata alla Cappella della Madonna: Sant’Amadio resuscita un fanciullo a Montesenario di Bernardino Poccetti. Solo una foto Alinari (1933) ci mostra i particolari e, tra questi, sul vertice della lunetta, uno scorcio di Montesenario con la morte del santo, accompagnata da un prodigio: la fiamma che esce dalla sua bocca e illumina tutto il monte.

Qual è la spiegazione iconografica di questo particolare?

Il p. Attavanti racconta nel Dialogo come a Montesenario un ragazzo di campagna di circa otto anni, penzolatosi ad uno stagno detto l’Acquirico per bere, vi cascò dentro e affogò. Passando di là Sant’Amadio e informato del triste caso, ne pianse di dolore; poi si mise in orazione e tanto pregò finché il ragazzo non tornò in vita. Il santo d’altronde era chiamato medico dei poveri per il gran numero di storpi, sordi, ciechi e infermi che guariva con il segno della croce. Da essi esigeva solo che portassero l’abito vedovile di Maria e la compatissero con tenero cuore.

Sant’Amadio passò molto tempo nell’austerità di una grotta contemplando il Signore. Diceva spesso: Oh, se sapessi, figlioli, che gran fiamma ho nel cuore! La morte lo sorprese in un estasi d’amore, il 18 aprile 1266. Un miracolo si produsse nel momento del trapasso. Mentre l’anima abbandonava il corpo, chi abitava nel circondario vide una grande fiamma illuminare tutto il monte tanto che sembrava vi fosse un incendio. Invece la fiamma manifestava che il santo stava morendo consumato dal fuoco dell’amor di Dio.

 

L’eterna gioventù di fra Alessio. Documenti e tradizioni apocrife che qualcuno vuole un po’ sempliciotte (il p. Niccolò Mati fu un nepios?), ma che in qualche modo ci parlano dello spirito dei Servi, ricordano fra Alessio Falconieri che premeva perché i giovani frati studiassero e fossero buoni; e per mandare fra Clemente e fra Cristoforo a Parigi, e tanti altri giovani, il sant’uomo andava sempre elemosinando danari da chi aveva a cuore i frati. In vecchiaia faceva i lavori più ordinari, come attingere acqua, portare legna, spazzare la chiesa, con grande spirito di carità, umiltà e devozione, tanto che fra Adimari priore dell’Annunziata, ebbe pena e gli impose di moderarsi. Sul letto di morte Gesù apparve a fra Alessio sotto l’aspetto di bel giovane circondato da angeli a forma di bianche colombe: in questo modo la sua generosa vecchiaia si cambiò in eterna gioventù nella felice primavera del cielo.

 

Paola Ircani Menichini

 

La SS. Annunziata, XXVII 4, luglio agosto 2007